
Stemma Araldico Ecclesiale
Santuario Diocesano Sant'Anna
"Dal mese di giugno del 2018, il Santuario Diocesano di Sant’Anna avrà uno stemma araldico ufficiale"
L’araldica, una delle scienze ausiliarie della storia, è la scienza del blasone, cioè lo studio degli stemmi. Essi sono detti anche armi o scudi, l’araldica allora è quel settore del sapere che ha lo scopo di individuare, riconoscere, descrivere e catalogare gli elementi grafici utilizzati, nel loro insieme, per identificare in modo certo una persona, una famiglia, un gruppo di persone o una istituzione. Ogni istituzione ecclesiastica può esprimere la sua identità propria attraverso uno stemma araldico che ne manifesti le caratteristiche e le peculiarità. Il Rettore del Santuario, Rev. Sac. don Andrea Campanile, coadiuvato dal Coordinatore della Liturgia del Santuario, Valerio Battaglia, ha proposto al Vescovo lo stemma che potesse esprimere l’identità del Santuario. Il Coordinatore della Liturgia ha pensato ed ideato un bozzetto che, dopo essere stato approvato da Sua Ecc.za Rev.ma Mons Giovanni D’Alise, Vescovo della Diocesi di Caserta, è stato realizzato dal Prof. Andrea Borella. Il Prof. Borella è araldista e Direttore dell’Annuario della nobiltà Italiana..
Rev. Sac. don Andrea Campanile
Rettore del Santuario
Valerio Battaglia
Coordinatore della Liturgia del Santuario
Tutta l’idea della composizione dello stemma è stata guidata dal significato del nome Anna, cioè GRAZIA DIVINA.
Lo stemma del Santuario Diocesano di Sant’Anna, come spesso accade per stemmi ecclesiastici, reca figure e smalti che alludono alle virtù dei Santi, siano Patroni della Diocesi o che abbiano diverso titolo. Infatti, nella composizione di un troncato (partizione dello scudo che divide il campo in due metà con una linea coincidente col suo asse di simmetria orizzontale) troviamo gli smalti di colore verde e giallo, che richiamano i colori del manto del simulacro dell’amata e venerata benignissima Sant’Anna. L’alternarsi degli smalti tra le figure e i due campi contigui (ben espressa nel linguaggio del blasone con l’elegante locuzione dell’uno nell’altro) richiama l’inscindibile legame tra il popolo casertano e la sua santa patrona Sant’Anna.
Lo stemma racchiude il significato cristiano della vita della nostra amata Patrona e vuole essere uno sprone a conformarci all’esempio che Ella ha lasciato a noi. Nello scudo si staglia imponente una Croce, segno della nostra salvezza! Dalla Croce nasce, cresce e si edifica la Chiesa. Questa considerazione principale guida e determina la restante parte dello stemma, infatti, la Croce genera quattro quadranti. Lo sfondo dei quadranti riporta i colori del manto del venerato simulacro di Sant’Anna che si trova nel Santuario.
La Stella
Quadrante primo:
la Stella, in altro a sinistra. La Grazia di Dio è un suo dono e, pertanto, viene dal Cielo. Ricevendo la Grazia camminiamo sulla strada che ci conduce a Dio stesso.
Il Fuoco
Quadrante secondo:
il Fuoco, in basso a sinistra. Anna è Sposa fedele ed amorevole di Gioacchino, madre premurosa e attenta della SS.ma vergine Maria, nonna amorevole di Gesù Cristo nostro Salvatore… Ella veglia sul focolare domestico quale Matriarca di Fede.
L'Albero
Quadrante terzo:
l’Albero, in altro a destra. Anna è la donna fedele che si affida nella mani di Dio, vivendo nella Fede. L’albero simboleggia la robustezza della Fede che porta abbondante frutto di santificazione.
L'Arcangelo San Michele
Quadrante quarto:
l’Arcangelo San Michele, in basso a destra. Il Santuario Diocesano di Sant’Anna è una porzione della Santa Chiesa di Dio che è in Caserta, il suo legame è del tutto singolare e particolare con l’azione pastorale del Vescovo. L’Arcangelo San Michele, quale protettore della Diocesi di Caserta e titolare della Chiesa in cui vi è la Cattedra del Pastore, vuole esprimere questo forte legame ecclesiale.
Nel fondo dello scudo, vi è un cartiglio con una frase in lingua latina tratta dalla Sacra Scrittura: Sufficit tibi gratia mea. Tradotto significa: Ti basta la mia grazia. Questa frase è riportata nella seconda lettera ai Corinti, Capitolo 12 al versetto 9.
Questa frase vuol essere un invito che Anna rivolge a tutti coloro che vengono a visitarla, quale genitrice della SS.ma Vergine Maria e nonna di Cristo Signore, a vivere nella Grazia di Dio come unico mezzo di Redenzione e Salvezza.
Ad maiorem Dei gloriam



PRIMA DI ENTRARE
Prima di entrare nel Santuario per conoscerlo e pregare il nostro Dio per mezzo di S. Anna, osserviamo la facciata col Campanile sovrastante corredato di 4 campane e di ottimo suono solenne. La facciata ha tre rosoni, uno al centro e due laterali. Essa è di stile gotico.
L’ingresso è costituito da 2 porte laterali di dimensioni più piccole rispetto a quella centrale. Tutte nuove e in ferro. Sulle ante del portone centrale sono stati riportati e sovrapposti otto pannelli scultorei in bronzo del professor Fortunato Iodice, sottratte alla corrosione del tempo dal vecchio portone, i quali riportano momenti della vita di S. Anna.








Sulla lunetta che sovrasta il portone principale, è stata collocata una vetrata istoriata che riproduce l’immagine del Cristo, che invita tutti gli oppressi e stanchi ad andare a Lui, per trovare conforto e consolazione.

Entriamo in punta di piedi, dinanzi alla bellezza del Santuario si resta attoniti osservarvando il tutto nei minimi particolari. Iniziamo dal lato destro del Santuario.
LA CAPPELLA DI MARIA SS.MA DI LORETO
Fu consacrata una prima volta ai tempi di Mons. De Rossi e, una seconda volta – dopo i radicali restauri – da Mons. Palladino, vescovi di Caserta. Sull’altare maggiore troneggiava Maria SS.ma di Loreto, mentre al lato opposto dell’altare c’era, e c’è ancora la porta d’ingresso in Via G. B. Vico (si ricorda che i tre portoni principali, che danno sulla piazza, non esistevano). In questa Cappella fu ricevuta in dono la Statua di S. Anna e fu messa nella nicchia ricavata per l’occasione a destra dell’attuale ingresso centrale. Quando, nel 1836, una delle due sorelle Costa, accennato nei “Cenni storici” detentrici del Simulacro di S. ANNA venne a mancare a causa del colera, che fece parecchie vittime anche a Caserta, l’altra sorella Costa nel 1838 morendo nel suo testamento lasciava la statua di S. Anna alla Confraternita di Loreto e del Purgatorio in Caserta.
La chiesetta non era patronale, ma era dell’Arciconfraternita, la cui guida spirituale era il Rettore della Chiesetta. Attualmente ne è Rettore e Padre spirituale don Andrea Campanile, Parroco di SS. Vitaliano ed Enrico a pochi metri del santuario in Via F. Renella. Attigua alla Chiesetta vi era un palazzo appartenente a diversi proprietari, parte di esso fu acquistato dal Comitato per ampliamento della chiesa. Vi era anche una comunicazione interna con l’Ospedale Civile per l’amministrazione del Viatico agli infermi. La chiesetta non aveva altri locali, né sopra né sotto. L’allora chiesetta aveva tre altari: l’altare maggiore intitolato alla Vergine di Loreto, distrutto dal bombardamento aereo il 27 agosto 1943 (era stato consacrato e privilegiato con un “Breve” dell’allora Pontefice Benedetto XIV nel 1755). Un altro altare dedicato all’Immacolata Concezione ed il terzo altare dedicato alle anime del Purgatorio.
L’altare maggiore fu distrutto dal bombardamento e con esso la Statua della Madonna di Loreto, che fu estratta dalle macerie con molte deformazioni e fu posta nella Chiesetta provvisoria. Sull’altare maggiore ricostruito fu posta poi la statua di S. Anna. In questa chiesetta non vi erano né pitture né sculture, né altri oggetti d’arte. Vi erano però due piccole reliquie: una di S. Anna ed un’altra del legno della Croce di Gesù Cristo. La chiesetta era arricchita di indulgenze per la festività della Madonna di Loreto e per otto giorni e dalla sera della vigilia di S. Anna ancora per otto giorni.
L’altare maggiore era altare privilegiato quotidiano perpetuo, concesso con speciale Rescritto del Papa PIO IX, quando, per le vicende politiche del 1848, venne a Caserta, ospite della Reggia monumentale; e dal soggiorno di Gaeta il 31 maggio 1849 spedì il Rescritto. Secondo le leggi allora vigenti la chiesetta aveva facoltà di possedere, di acquistare e di amministrare. Come abbiamo già accennato, la chiesetta di allora funge ora da ingresso e atrio al Santuario. Ha mura solide e una volta a botte. Sotto il pavimento è stata scoperta casualmente una sala cimiteriale; ma, al riguardo, non si hanno documenti se veniva usata o meno per la sepoltura di Confratelli: questo fino alla legge napoleonica (1804), che aboliva la sepoltura nelle chiese o sotto i loro pavimenti per motivi igienico-sanitari. Allora furono istituiti i Cimiteri (dormitori), o camposanti (campo dove i cristiani battezzati attendono la risurrezione finale).




LA SECONDA CAPPELLA
Superata la Cappella-atrio, attraverso tre grandi portali, si accede alla Seconda Cappella di eguali dimensioni della Chiesetta di Maria SS.ma di Loreto.
La storia di questa Cappella è molto semplice. Con essa si tentò, in quel tempo, di ampliare l’antica Chiesetta divenuta angusta per le esigenze dei fedeli. Ma non si ottenne la chiesa più grande, perché ne risultarono due Cappelle affiancate l’una all’altra. In essa vi sono due altari contrapposti nei lati minori del rettangolo (tale è la forma della Cappella): uno dedicato alla Madonna di Loreto, sul quale è stata messa la Statua della Madonna di Loreto (quella tratta dalle macerie) e l’altra a S. Antonio di Padova, con la Statua del Santo. Le due statue non sono antiche e senza alcun rilievo artistico. Nella parte longitudine nord della Cappella vi sono due piccole nicchie. In una, un armadietto quadrato racchiude la statuetta dell’ “Ecce Homo”, dinanzi al quale molti fedeli si fermano volentieri a meditare e a pregare; mentre nell’altra nicchietta è esposta un quadro della Madonna del Rosario di Pompei. Anche dinanzi a questa effigie moltissimi fedeli si fermano a pregare la Madonna.
Alzando lo sguardo molto in alto, sulla parete frontale del nord della Cappella, sull’architrave dell’ampio ingresso alla grande aula liturgica, si osservano tre nicchie di forma rettangolare. In quella centrale, in occasione della riapertura del Santuario, a perenne ricordo, è stato collocato un Quadro di Cartoncino plastificato, raffigurante i due ultimi Pontefici regnanti: uno all’inizio dei lavori nel 1997 di Giovanni Paolo II, e l’altro, di Benedetto XVI, al termine dei lavori di ristrutturazione e di apertura del Santuario, il 2 aprile del 2006.

SCALA SINISTRA DI ACCESSO AI MATRONEI
ACCESSO AI MATRONEI
Oltrepassata la seconda Cappella, ai due lati opposti esistono delle rientranze, sono state costruite due agevoli gradinate: una di salita al corridoio di destra, che porta dinanzi alla Statua di S. Anna e, l’altra, di discesa, dopo aver sostato, percorrendo il corridoio di sinistra.


SCALA DESTRA DI ACCESSO AI MATRONEI

Lapide Ricordo

Lapide Ricordo



LE VETRATE DEL SANTUARIO
Una catechesi per immagini
Salendo le scale di destra, mentre si percorre il corridoio sovrastante il matroneo, si osservano due serie di finestroni, a fila di sei ognuna. Una serie, ad altezza d’uomo, a vetri bianchi, apribili per arieggiare la grande aula liturgica; l’altra serie, anch’essa di sei finestroni a vetri istoriati colorati, non apribili, che narrano la storia di S. Anna. Lo spazio riservato al trono di S. Anna è coperto da un cupolino in legno lamellare eseguito dalla Ditta Holzbausud e magistralmente sistemato.
CORRIDOIO DI SINISTRA











![Vetrate Santuario Sant'Anna Caserta - Viaggio verso Nazaret [Loreto]](http://santuariosantanna.com/wp-content/uploads/2018/06/vetrata_santuario_sant_anna_viaggio_verso_nazaret.jpg)

AULA LITURGICA


Dinanzi a tanto splendore ci si sente abbagliati e confusi a scegliere qual è la prima cosa da osservare e contemplare. Andiamo con ordine in questa osservazione e, alla fine, capiremo il perché di tanta accuratezza e splendore. Partiamo a terra e ci innalzeremo pian piano verso l’alto.

IL PAVIMENTO

I BANCHI

LE COLONNE

LE CROCI IN MARMO

LA FONTE BATTESIMALE

L'AMBONE

IL CROCIFISSO

LA CUPOLA
Chi osserva il Crocifisso ascolta più volentieri la Parola che viene proclamata dall’ambone. Ci si accorge che quella Parola diventa Cibo celeste sull’altare, posto al centro del Presbiterio, che trasmette la vita divina attraverso l’acqua battesimale.

Cosa è l’Eucaristia per il Cristiano?

Il Dio del Cristianesimo è un Dio vicino all’uomo, presente e vivo nella storia. Ogni creatura deve il proprio essere la propria conservazione a Dio. Dio è presente nel Vecchio Testamento per mezzo delle sue apparizioni e manifestazioni (Gen. 32,23-31; 22,11-15). Basterebbe ricordare l’Alleanza stipulata con Abramo. Egli l’Emmanuele, il Dio con noi. Egli si trova in mezzo al suo Popolo. Questa presenza si è realizzata in Cristo in un modo che supera ogni aspettativa umana. Cristo è il modo nuovo della presenza di Dio (Gv. 1,14; 14,1-13). L’esperienza del grande innamorato di Cristo attesta che Cristo non solo è un esempio; ma Lo considera come un principio vitale della presenza attiva di Dio in noi. (Gal. 2,20-21; Fil. 1,20-21; 2,12-13).
Grande cosa il volto di dio impresso sopra tutto il creato (S. Agostino) reso splendente nelle sembianze umane: Signore, principio, parola. La Parola divina presa di amore per l’uomo, così da voler abitare in sua compagnia sulla terra come fratello con i fratelli: “e la Parola si fece Uomo ed ha abitato in mezzo a noi” (Gv. 1,14).
Il colmo di questo “Dio con noi” è il Sacramento del Corpo e del Sangue di Cristo. Nella SS.ma Eucaristia non v’è solo un richiamo al Figlio di Dio, come Creatore, Redentore e Fratello nostro, ma è un richiamo a Gesù per la virtù del grande mistero Eucaristico, diventato presente in mezzo al suo Popolo e nutrimento più prezioso della vita umana. Nell’Eucaristia è lo stesso Gesù, che camminava per le vie della Palestina guarendo gli infermi e annunciando ai poveri la salvezza, che promise nella Sinagoga di Cafarnao il PANE DISCESO DAL CIELO. La nostra fede ci dice che CRISTO è PRESENTE nella SS.MA EUCARISTIA, vive corporalmente, realmente e misticamente tra noi. Abita nelle nostre chiese, viene fin nella nostra casa e ci permette non solo di avvicinarci a LUI, ma di toccarLo e di mangiarLo. Veramente noi possiamo dire: “Non c’è altro popolo così grande, né che abbia i suoi dei così vicini come il nostro DIO!”. La freschezza di alcuni pensieri ci aiutano a riscoprire più ardentemente la nostra fede nella presenza reale, viva e vera del Cristo nella SS.ma Eucaristia:
Che cosa fa il Signore nel Tabernacolo? Ci aspetta. Quando siamo davanti al Santissimo Sacramento, invece di guardare intorno, chiudiamo gli occhi e la bocca; apriamo il nostro cuore e il Signore aprirà il suo, andremo da LUI e LUI verrà da noi: uno per domandare, l’altro per dare; sarà come un soffio di vita nuova da uno all’altro [Curato d’Ars]
LA CAPPELLA DEL SS.MO SACRAMENTOGESÚ TRA NOI
In questo piccolo Santuario dell’Eucaristia i fedeli vengono a raccogliersi alla spicciolata e a pregare il Cristo, nostro compagno di viaggio.



ALTAREIL CENTRO DELLA VITA CRISTIANA
Al centro della pala centrale dell’altare del Santuario è stata ricavata una sede per le reliquie di S. Anna; come ricordo e gemellaggio, una “pietra viva” proveniente dalla Basilica di S. Anna in Gerusalemme, donata dal Patriarca latino Mons. Michael Sabbah, in visita a Caserta, in coincidenza con la cerimonia di benedizione e posa della prima pietra presso il cantiere della ristrutturazione del Santuario, il giorno 4 ottobre 1997.
SEDE DI PRESIDENZA
Al fondo del Presbiterio, all’altezza di 3 gradini, dello stesso marmo del pavimento presbiterale, è stata collocata la Sede della Presidenza, di marmo bianco. Accanto alla sede centrale sono stati installati, a destra e a sinistra, altri sedili dello stesso marmo bianco per i Ministri concelebranti.Come sfondo a tutta la “seduta” è stata creata una spalliera di marmo bianco aderente al pannello retrostante in muratura, sul quale è stato realizzato un dipinto che narra un compendio della vita di Maria SS.ma correlato a quella dei Santi Gioacchino ed Anna. Il dipinto monumentale è opera dal maestro Ruggiero. Tale dipinto si estende fino all’altezza del trono di S. Anna, con sbavatura ovale, per rendere più visibile la Statua della santa: sia dal piano terra sia dal fondo del portone centrale. Al lato opposto, sul portale d’ingresso alla sala centrale, è stato ricavato un ampio spazio per la Cantoria.


Dinanzi all’effigie di Sant'Anna vengono a pregare tutti i fedeli devoti alla Santa: oltre la Comunità locale, tantissimi devoti del territorio circostante.