Con estrema celerità e grazie alla generosità di tante persone di buona volontà, è stato acquistato un organo liturgico per il santuario. È certamente una crescita nella sensibilità liturgica. Abbiamo scelto uno strumento di ultima tecnologia. L’organo è un Viscount modello Sonus 60, quanto più versatile e all’avanguardia sia al momento disponibile sul mercato. È composto da 3 manuali: Grand’organo – Espressivo – Positivo e da una pedaliera radiale concava. Ha 50 registri più un centinaio di voci selezionabili all’interno della memoria. È estremamente compatto ma al suo interno ha ben 13 altoparlanti. Avere l’organo non è un “di più”. I documenti della Chiesa riservano molta attenzione all’aspetto degli strumenti al servizio della liturgia; delineano le caratteristiche di cosa sia “giusto – appropriato” utilizzare: in Sacrosanctum concilium leggiamo:
«nella chiesa latina si abbia in grande onore l’organo a canne, strumento musicale tradizionale, il cui suono è in grado di aggiungere un notevole splendore alle cerimonie della Chiesa. Altri strumenti poi si possono ammettere nel culto divino, a giudizio e con il consenso della competente autorità ecclesiastica territoriale purché siano adatti all’uso sacro o vi si possano adattare, convengano alla dignità del tempio e favoriscono veramente l’edificazione dei fedeli» (nr. 120).
Nello specifico tutti gli strumenti se suonati bene possono avere spazio nella liturgia, ma soprattutto devono eseguire musiche adatte e coerenti al rito che si sta celebrando proprio per attuare quella “actuosa participatio” che tanto il Concilio Vaticano II chiede ormai da 60 anni.